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NUDA E VESTITA 
 
Tra i lavori più celebri di Francisco Goya (1746-1828) spiccano due opere intitolate la “Maja desnuda” e la “Maja vestida”, destinate al gabinetto privato del primo ministro spagnolo Godoy (oggi sono al museo del Prado a Madrid). In questi due dipinti appare la stessa modella (sembra sia stata riconosciuta in Pepita Tudò, amante del ministro) nella stessa identica posizione e praticamente, non vi è nessuna differenza tra loro, a parte il piccolo particolare che in uno la donna è vestita e nell’altro invece è nuda. Si tratta di due tele sovrapposte e l’una scompariva con lo scatto di una molla per rivelare l’altra a piacere del proprietario.  
Si può facilmente pensare che l’artista spagnolo fu il primo a dare la possibilità al committente di mostrare ai suoi ospiti di riguardo una dama in versione pudica e di potersi poi godere in privato la versione osé della stessa donna, ma in realtà il primo ad eseguire un quadro sovrapposto fu Martin van Meytens (1695 - 1770), un artista che anticipò Goya in questo ingenioso lavoro di quasi un secolo. Questo pittore, svedese di origine, soggiornò a lungo in Italia e si soffermò per un certo periodo anche a Roma dove collaborò per la realizzazione di alcune opere commissionate dal papa Benedetto XIII. Quando lasciò l’Italia van Meytens fu accolto nel 1731 alla corte viennese di Maria Teresa d’Austria, dove risiedette stabilmente e sarà in questo periodo che realizzerà il primo doppio dipinto della storia dell’Arte. Di sicuro si può dire che se egli progettò di nascondere un soggetto poco riguardoso verso la morale dietro un altro all’apparenza religioso, non deve essergli piaciuto molto il soggiorno fatto tra la società ecclesiastica romana.  
Come potete notare dalle immagini di sotto, appare in questo doppio quadro la stessa giovane suora che nel primo ritratto è inginocchiata a pregare con una figura dietro lei intenta a guardarla dalle inferiate di una finestrella, nel secondo invece, ella è vista dall’osservatore di spalle e l’immagine pittorica è data come se si fosse proiettati davanti agli occhi dell’uomo alla finestra. Sorpresa, sorpresa, la monaca ha le gonne sollevate e l’effetto sembra anche più scandaloso del nudo di Goya. Non si conosce il nome del committente di questo dipinto sovrapposto ad uno di devozione religiosa, ma non è difficile immaginare che chiunque fosse, tenesse a mostrarsi in pubblico come un devoto cattolico essendo l’imperatrice del Sacro Romano Impero Maria Teresa d’Austria una fervente cattolica, tanto da dare a tutte le sue 11 figlie come primo nome Maria. A Vienna durante il regno di questa imperatrice nessuno avrebbe mai osato mostrare nella sua casa un’opera dissacratoria verso la Chiesa e quindi senza ombra di dubbio, la realizzazione di questo doppio dipinto diventa una prova del come il fervore cattolico non fosse proprio in tutti nella bella Austria settecentesca.  
L’ultimo artista ad aver eseguito lo stesso ritratto di donna prima con gli abiti e poi senza, fu il belga Antoine Joseph Wiertz (1806–1865); dopo di che i tempi cambiarono e chi volle mostrare un nudo in casa propria, fu libero di farlo senza bisogno di rischiare l’isolamento sociale o anche di peggio.  
(FAGR 3-12-12)  
 
Martin van Meytens "Suora in preghiera"  
Martin van Meytens "Suora in preghiera" (lato b)  
Joseph Wiertz "Donna vestita allo specchio"  
Joseph Wiertz "Donna nuda allo specchio"  
Goya "Maja vestida"  
 
Goya "Maja desnuda"